A tutti i dottorandi, ricercatori e lavoratori precari.
A chi ritiene che la crisi della scuola, dell’università e della ricerca
rappresenti un’ipoteca terribile sul futuro del paese.
A chi, per questo, ne assicura la sopravvivenza con rapporti di lavoro
precario e privo di diritti, svolgendo attività didattica a titolo gratuito,
o prestandosi a tirocini, stage e praticantati tutti rigorosamente non
retribuiti.
A chi subisce i meccanismi corporativi e baronali dell’università.
Agli unici che pagheranno veramente i tagli di bilancio spacciati per
riforme.
Un’Onda anomala ha attraversato la città e il paese, opponendosi ai tagli
del finanziamento di scuola e università, e chiedendo la cancellazione
della legge 133 e della legge 169 (ex decreto Gelmini).
Il movimento ha intrecciato la sua lotta alle lotte delle maestre e dei
genitori delle scuole elementari, degli studenti delle scuole superiori, dei
lavoratori precari, ha generalizzato e fatto propri i loro scioperi e le
loro proteste, ha aperto l’università alla società civile, ha portato i
saperi nelle piazze e tra la gente.
Venerdì 12 dicembre, l’Onda sarà di nuovo in piazza insieme a tutto il mondo
del lavoro. Venerdì 12 dicembre dilagheremo, come il 17 e il 30 ottobre,
come il 14 novembre, per porre il problema del reddito e dei diritti,
trasversale a tutto il mondo dello studio e del lavoro.
Noi dottorandi e ricercatori precari saremo di nuovo in piazza, perché
crediamo che al lavoro di ricerca debbano corrispondere diritti certi e un
salario adeguato. Perché pensiamo che debbano essere abolite tutte le
molteplici forme di lavoro precario o gratuito che assicurano oggi la
sopravvivenza dell’università, della ricerca e della scuola italiana.
Saremo in piazza per rivendicare per tutti i lavoratori precari diritti e
nuove forme di welfare, che garantiscano a tutti continuità di reddito e
certezza di prospettive.
Saremo in piazza per contrastare i provvedimenti del Governo che tagliano le
risorse, che bloccano le assunzioni dei giovani ricercatori, che
privatizzano le Università. Per rivendicare il sapere come bene pubblico e
per costuire una università democratica, pubblica e libera da tutte le forme
di precarietà, che non discrimini per censo e per genere.
Per questo scenderemo in piazza, portando i contenuti dell’assemblea
nazionale del 15-16 novembre, partendo dalla Sapienza alle 9:30 di Venerdì
12 dicembre, e continueremo a gonfiare l’Onda, sulla strada seguita fino ad
ora, verso l’unica riforma possibile.
Noi la crisi non la paghiamo.
Tratto dl sito Rete Nazionale Ricercatori Precari http://ricercatoriprecari.wordpress.com/2008/12/04/appello-dei-dottorandi-ricercatori-e-docenti-precari-di-roma-per-lo-sciopero-di-venerdi-12-dicembre/